Il distributore di mamme

di Emanuela Nava

Il Signorino Oscar ingurgitò la cioccolata in tazza, schioccando con soddisfazione la lingua. Era ora di finirla con tutte queste lagne sulla scuola, sui compiti che copiava, sui voti che falsificava, sulle lucertole che infilava nella borsetta della maestra. La mamma strega, chiamata al momento giusto, lo avrebbe difeso, riducendo suo fratello, il signorino Walter, a quel verme mosca che non era altro.
Il signorino Oscar ringraziò la mamma cuoca, che gli aveva preparato l’ottima cioccolata.
– Grazie mamma, ora puoi smammare– disse.
– Grazie a te, signorino Oscar, per avermi scelto: digita il codice e chiamami ancora, se vuoi un gelato o una torta allo sciroppo di mango – rispose lei e, senza indugio, tornò nel distributore a riposarsi.
Anche il signorino Oscar decise di riposarsi: aveva una pila di giornalini da sfogliare e leggere prima di affrontare il nemico.
Chissà perché il fratello non si faceva mai i fatti suoi e lo fissava sempre con occhi da insetto indagatore, invece di stare in silenzio e osservare per aria?
Il signorino Oscar diede un’occhiata compiaciuta al distributore che custodiva in camera e si immerse nella lettura. Ripeteva tra sé la password; aveva ancora abbastanza spiccioli nel salvadanaio per zittire il signorino Walter e affittare tutte le mamme che desiderava.
Quando suo padre tornò a casa, dopo essere passato a prendere il fratello a scuola, il signorino Oscar era ancora sdraiato sul letto a
leggere: non aveva quasi mai distolto gli occhi dai fumetti.
– Buongiorno, babbo.
– Buongiorno, Oscar, tutto bene oggi?
– Benissimo, ottimi voti come al solito.
– Ne sono lieto. Vorrei che anche Walter fosse diligente come te.
– Lo vorrei anch’io, babbo, ma purtroppo non ha nessun metodo, lo sai.
– Lo so.
Il signorino Walter era comparso alle spalle del padre. Avrebbe voluto difendersi, ma si limitò a scrutare il fratello maggiore in silenzio.
Era un silenzio triste. E così deprimente, che per un istante il signorino Oscar desiderò avere una mamma musicista. Costava solo pochi spiccioli e avrebbe rallegrato l’atmosfera con la chitarra e un paio di canzoni. Ma il fratello non si decideva ad abbassare lo sguardo: a un tratto aveva assunto un atteggiamento quasi di sfida, con le spalle tese e gli occhi stretti a fessura.
– Io non copio – disse a voce alta il signorino Walter, sperando di farsi udire dal padre che invece era scivolato silenzioso nel suo studio.
– Fai male – sorrise il signorino Oscar.
– E non faccio neppure orribili scherzi alla maestra e ai miei compagni – insistette il signorino Walter.
– Dovresti. I compagni che non aiutano non meritano nessun rispetto.
Walter guardava Oscar. Oscar guardava Walter.
– Spiffererò ogni cosa al babbo – disse il signorino Walter a un tratto.
– Come vuoi, Walter, tu parlerai al babbo e io alla mamma.
Il signorino Oscar fece tintinnare gli spiccioli che custodiva dentro il salvadanaio.
– Sai che la mamma è partita! – esclamò il signorino Walter, fremendo di rabbia.
– È partita lei, ma ne sono arrivate altre. Molte altre – rispose il signorino Oscar e sorridendo volse lo sguardo verso il distributore.
Un grande distributore di vetro e metallo che custodiva tutte le mamme che un bambino potesse desiderare.

Mamme cuoche
Mamme musiciste
Mamme da compleanno
Mamme da buona notte
Mamme fate
Mamme streghe
Mamme maestre
Mamme belle da acquistare solo per sé
Mamme brutte da acquistare
per fratelli e sorelle
Mamme web
Mamme per tutte le occasioni

Torna indietro