Ciliegie e Bombe

di Emanuela Nava

Caro diario,
le salamandre fanno la pipì velenosa. Lo devo dire ai miei nuovi genitori. Si sono appena trasferiti in campagna e certe cose sicuramente non le sanno.
Se una salamandra vi spruzza le mani di pipì, cari mamma e papà, dovete subito correre a lavarvi e guai se per sbaglio vi mettete un dito in bocca. Morite, ecco quello che vi succede.
Io comunque non ho paura delle salamandre. Sono molto meglio delle bombe. Hanno un bel colore giallo e nero e se stai attento, non ti fanno proprio niente.
Delle bombe, invece, non ti puoi fidare. A Svadevic, dove sono nato, ne cadevano proprio tante. Sembravano i fuochi d'artificio che avevano fatto quella volta che in città era venuto il Presidente. 
Fortuna che dal cielo qualche volta cadeva anche la neve. Quando vivevo con la mia mamma e il mio papà veri, mi ero fatto una slitta con un grosso telo di plastica e mi divertivo un mondo a scivolare giù lungo la strada in discesa. La guerra faceva molta più paura ai grandi che ai bambini, perché loro stavano sempre ad ascoltare la Tv e al telegiornale dicevano che i generali non smettevano mai di litigare. 
Ma noi bambini giocavamo tutto il giorno in strada, ed era una festa, perché non c'era più benzina, e le macchine non potevano passare.


Caro diario, 
la mia mamma quando c'era la luna piena si sedeva davanti a casa e ascoltava la voce del cielo. -Senti il canto degli astri, Dragan? La luna e le stelle suonano la musica lieve di un carillon.
Ma quando cominciarono a sparare più forte, i fucili facevano così rumore che anche gli uccelli notturni a poco a poco diventarono silenziosi. Sparirono addirittura. E dalla luna scese solo un suono stonato di ferraglia.
-Quando c'è la guerra, gli ingranaggi del cielo si arruginiscono.- disse la mia mamma.

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