Caro diario,
le salamandre fanno la pipì velenosa. Lo
devo dire ai miei nuovi genitori. Si sono appena
trasferiti in campagna e certe cose non
le sanno.
Se una salamandra vi spruzza le mani di
pipì, cari mamma e papà, dovete subito correre
a lavarvi e guai se per sbaglio vi mettete
un dito in bocca. Morite, ecco quello che vi
succede.
Io comunque non ho paura delle salamandre.
Sono meno pericolose delle bombe.
Hanno un bel colore giallo e nero, e se stai
attento, non ti fanno male.
Delle bombe, invece, non ti puoi fidare. A
Svadevic, nella ex Jugoslavia dove sono nato,
ne cadevano proprio tante. Sembravano i fuo-
chi d’artificio che avevano fatto il giorno che
era venuto il Presidente.
Fortuna che dal cielo qualche volta scendeva
anche la neve. Quando vivevo con la
mamma e il papà, mi ero costruito una slitta
con un grosso telo di plastica e mi divertivo
un mondo a scivolare giù, lungo la strada in
discesa. La guerra faceva molta più paura ai
grandi che ai bambini, perché loro stavano
sempre ad ascoltare la tivù e al telegiornale
dicevano che i generali non smettevano mai
di litigare. Ma noi ragazzi giocavamo tutto il
giorno in strada, ed era una festa, perché non
c’era più benzina, e le automobili non potevano
passare.
La conoscete, cari genitori italiani, la pesca
della bottiglia? Si costruisce una canna da pesca
con un bastoncino e una corda che termina
ad anello. Poi si cerca di pescare la bottiglia.
È difficile sollevarla, infilando solo l’anello,
ma chi riesce vince un premio. È un
gioco per maschi, perché il premio è il bacio
di una ragazza. Io vincevo sempre i baci di Milena,
la ragazza più bella del paese.
Chissà se anche i miei nuovi genitori sono
belli! Non li voglio né troppo magri, né troppo
grassi. E neppure con i capelli bianchi.
Vorrei avere un catalogo dove scegliere la
mamma e il papà più belli d’Italia.
Io tengo per la Juve. Mi chiamo Dragan, ho
un orecchino e sono bello come uno zingaro.
Me lo dice sempre la direttrice dell’Istituto.
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